Il lavoro da remoto non ha sostituito gli uffici, ma è comunque diventato una consuetudine ed oggi passiamo sempre più tempo dentro casa
Secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, tra il 2019 e il 2022 in Italia è triplicata la percentuale di smart worker, e ad oggi il 14,9% dei lavoratori svolge la propria professione alternando tra lavoro in presenza e a distanza.
Si tratta di un cambiamento che non riguarda solo la posizione fisica, ma trasforma le abitudini degli italiani e, di conseguenza, richiede nuove tutele.
La casa non è quasi mai un luogo pensato per il lavoro. Come ha spiegato Vittorio Corsano, Chief Property & Casualty Officer di UnipolSai in un articolo della newsletter Linkedin “Sempre Un passo avanti”, infatti: “A differenza degli uffici, nelle abitazioni non sempre vengono applicate tutte le misure di sicurezza idonee a garantire l’incolumità del lavoratore. Per citarne alcune, la verifica periodica dello stato delle apparecchiature, il mantenimento degli ambienti in ordine, o l'utilizzo congruo degli strumenti”.
Ci si muove quindi in un ambiente, nel migliore dei casi, adattato al lavoro.
E si passa molto più tempo in casa, con il rischio di esporsi agli infortuni domestici.
Ma lo smart working non è solo lavoro da casa. Le tutele assicurative cambiano anche perché il percorso da e verso l’ufficio viene effettuato con minor frequenza. Tendono quindi a diminuire i cosiddetti infortuni in itinere, che si verificano nel tragitto casa-lavoro e sono coperti dalle assicurazioni tradizionali.
Un indizio, in questo senso, arriva dai dati delle Relazioni annuali Inail. Gli infortuni in itinere, di pari passo con gli infortuni sul lavoro, erano scesi sotto le 50.000 denunce nel 2020 (l’anno dei lockdown, che aveva portato al picco storico dello smart working), per poi aumentare insieme al graduale ritorno in ufficio: 80.389 casi nel 2021 e 89.967 casi nel 2022.
Attenzione, però: se da un lato la diffusione del lavoro agile porta a un calo degli infortuni in itinere, dall’altra si stanno diffondendo le forme di mobilità leggera o condivisa, non sempre coperte da assicurazione obbligatoria.
“Nel 2022 il car sharing ha registrato un +10% rispetto all’anno precedente e il noleggio di monopattini e biciclette un +35%. Una tendenza che si consolida e che sembra destinata ad aumentare”, ha ricordato Vittorio Corsano nell’articolo succitato.
La mobilità agile ha tanti vantaggi, per la salute, l’ambiente e la congestione cittadina. Ma espone a rischi: secondo l’Istat, nel 2021 gli incidenti in monopattino sono stati 2.101, con 1.980 feriti; secondo dati raccolti dal Politecnico di Milano, solo nel capoluogo lombardo si sono verificati 503 incidenti nella prima metà del 2023.
Un’altra novità giunta con il Covid che ha caratterizzato il lavoro di un crescente numero di persone è la possibilità di svolgere la propria professione non in ufficio e nemmeno a casa, bensì in viaggio. È il concetto della cosiddetta workation, che combina lavoro (work) e vacanza (vacation): si alternano impegni professionali e tempo libero in una località turistica, magari abbracciando la filosofia dei cosiddetti nomadi digitali, ovvero coloro che, senza un base fissa, lavorano ovunque grazie a Internet.
Se per molti una soluzione simile potrà sembrare un sogno, è anche vero che una scelta di questo tipo può comportare alcuni rischi, come ad esempio la possibilità di infortunarsi mentre si raggiunge la propria destinazione o durante il proprio soggiorno, con il rischio di dover affrontare un esborso economico importante.
Tra l’utilizzo di nuove tecnologie e lo sviluppo di nuovi modelli nelle organizzazioni, insomma, le abitudini delle persone stanno cambiando. La distinzione tra lavoro e tempo libero è più sfumata, non solo a livello di luoghi ma anche di prassi.
“Oggi ancora più di ieri – ha sottolineato Corsano nell’articolo citato - emerge la necessità di tutelare le persone a 360 gradi, non solo contro gli infortuni in itinere, ma anche da quelli che si verificano tra le mura di casa, in ambienti di lavoro non convenzionali o più in generale nel tempo libero”.
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