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16 ottobre 2023

Prima è meglio: guida alla previdenza complementare

Attivarsi subito per iscriversi a un fondo pensione è una scelta lungimirante, da fare sin da giovani

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Solo il 17,8% degli aderenti alla previdenza complementare ha meno di 35 anni e l’età media degli iscritti a fondi pensione e simili è 47 anni. I dati dell'ultima relazione Covip, la commissione di vigilanza sui fondi pensione, parlano chiaro: sarà che la parola “pensione” fa pensare a un futuro lontano, ma gli italiani dimostrano di sottovalutare il tema. Aderire sin da giovani, invece, ha evidenti vantaggi, non solo perché permette di far maturare i risparmi nel lungo termine. Un fondo pensione è molto più di un semplice “salvadanaio”, è un vero e proprio investimento per il futuro. Ecco tutti i motivi per cui iscriversi ad un fondo pensione il prima possibile è una buona idea.

Previdenza complementare: cos’è

La previdenza complementare è una forma di previdenza, per definizione integrativa e volontaria, che si aggiunge a quella erogata dallo Stato. Si basa su un sistema di finanziamento che prevede la creazione di un fondo dove l’aderente versa del denaro, che poi viene investito sui mercati finanziari. Al momento del pensionamento, la somma maturata viene liquidata sotto forma di rendita e/o di capitale. L’idea dietro ad un fondo pensione è quella di assicurare alla persona un livello adeguato di tutela pensionistica. È quindi una forma previdenziale che completa quella prevista per legge. Il motivo sta nelle modifiche normative introdotte a partire dagli anni ‘90. L’allungamento dell’aspettativa di vita ha costretto a introdurre misure per tentare di mantenere in equilibrio la spesa pubblica. Risultato: l’età pensionabile si è alzata e – soprattutto – è stata modificata la modalità di calcolo dell’assegno. Il passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo determina un “assegno” di ammontare certamente inferiore rispetto all’ultima retribuzione. Serve quindi un’integrazione per evitare il rischio di ridimensionare il proprio tenore di vita una volta usciti dal mondo del lavoro.

Come funziona la previdenza complementare

Le forme di previdenza complementare previste sono quattro: i fondi pensione negoziali, i fondi pensione aperti, i piani individuali pensionistici e i fondi pensione preesistenti.
  • I fondi negozialti, detti anche chiusi, sono forme pensionistiche complementari istituite nell'ambito della contrattazione nazionale, di settore o aziendale. Riguardano specifiche categorie di lavoratori.
  • I fondi aperti sono forme pensionistiche complementari istituite da banche, imprese di assicurazioni, società di gestione del risparmio e società di intermediazione mobiliare, indipendenti dal proprio impiego.
  • I Piani pensionistici individuali (Pip) rappresentano i contratti di assicurazione sulla vita con finalità previdenziale.
  • I fondi pensione preesistenti, ovvero i fondi pensione già esistenti prima del Decreto legislativo del 1992 che ha istituito la previdenza complementare, sono Fondi collettivi per i quali l'adesione dipende da accordi o contratti aziendali o interaziendali.

Quale che sia la tipologia a cui si aderisce, la previdenza complementare prevede tipicamente tre fasi: l’adesione; la contribuzione, in cui avviene l’effettivo versamento dei fondi; la rendita, durante la quale si inizia effettivamente a godere della propria pensione integrativa, oppure il riscatto del premio.

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Chi può aderire alla previdenza complementare

Chiunque può aderire alla previdenza complementare. Si tratta infatti di una soluzione che si rivolge a tutte le categorie di lavoratori:

  • lavoratori dipendenti, privati e pubblici;
  • soci lavoratori e lavoratori dipendenti di società cooperative di produzione e lavoro;
  • lavoratori autonomi e liberi professionisti;
  • persone che svolgono lavori non retribuiti in relazione a responsabilità familiari;
  • lavoratori con un'altra tipologia di contratto (ad esempio lavoratori a progetto o occasionali).

La previdenza complementare è inoltre aperta a non lavoratori, compresi studenti e soggetti fiscalmente a carico (minorenni e non).

Perché la previdenza complementare può essere un’opportunità: i vantaggi

La previdenza complementare presenta diversi vantaggi, soprattutto dal punto di vista finanziario: essendo incentivata dalle istituzioni, infatti, gode di un regime tutelato e fiscalmente vantaggioso. Inoltre, si tratta di uno strumento flessibile, che consente di richiedere anticipazioni e riscatti parziali o totali in caso di particolari esigenze. È poi possibile modificare importi e periodicità dei versamenti, sospendendoli e riattivandoli senza penalizzazioni. In più, il patrimonio dei prodotti previdenziali è impignorabile. È reversibile al 100%  e non è soggetta a imposta di successione.

Quando conviene la previdenza complementare?

Aderire ad una forma di previdenza complementare è consigliabile praticamente a tutti i lavoratori, a qualsiasi punto della propria vita lavorativa. Lo è ancora di più se si è giovani. I versamenti sono liberi, è possibile far fruttare i regali di genitori e nonni. Piccole somme, che però sono destinate ad aumentare nel tempo, evitando di perdere preziosi anni di contribuzione. Dalla risposta ai nuovi bisogni creati dal sistema odierno alla costruzione di un futuro più sereno per sé e i propri cari, la previdenza integrativa è una forma di tutela per il proprio avvenire, soprattutto in un contesto come quello attuale, caratterizzato da una forte discontinuità lavorativa.

Come scegliere il fondo di previdenza complementare

Come per altri prodotti finanziari, anche nel caso dell’adesione ad un fondo pensione non esiste una scelta migliore in termini assoluti. Tutto dipende dalle esigenze personali e specifiche di ogni lavoratore e dagli obiettivi che si vuole dare alla propria previdenza complementare.

In generale, per scegliere il proprio fondo di previdenza complementare è bene guardare alla struttura del fondo che si sta analizzando. I fondi pensione, infatti, si differenziano per grado di rischio e di rendimento. A seconda della propria propensione al rischio, all’orizzonte temporale che separa dalla pensione e al tipo di contributo che si può versare, quindi, si potranno fare scelte diverse per la propria previdenza integrativa.

Scegliere una forma di previdenza integrativa non è un’operazione scontata, ma è sicuramente un investimento che darà i suoi frutti al momento giusto. Il Piano Individuale Pensionistico UnipolSai Previdenza Futura consente di integrare la propria pensione futura scegliendo il versamento su misura per sé. Questo prodotto, infatti, consente di:

  • Aumentare, o diminuire gli importi dei versamenti oppure di effettuarne di aggiuntivi;
  • Versare come parte del proprio fondo anche il trattamento di fine rapporto:
  • Dedurre fiscalmente dal proprio reddito gli importi versati:
  • In base alla propria età, vedere la propria tipologia di investimento calibrata automaticamente in funzione degli anni mancanti alla pensione:

Insomma, un prodotto completo e affidabile per qualsiasi tipologia di lavoratore, in ogni momento della sua vita lavorativa.

Quanto devo versare per la previdenza complementare

Il versamento nelle varie forme di previdenza complementare è molto flessibile perché permette di aumentare o ridurre l’importo inizialmente scelto, di variarne la periodicità o di sospenderlo, in funzione delle proprie disponibilità ed esigenze.

Tuttavia, ci sono dei parametri che ci possono aiutare nella scelta degli importi da versare. In questo modo possiamo arrivare al termine della nostra attività lavorativa con una prestazione pensionistica complementare che ci consenta di integrare la pensione pubblica, mantenendo inalterato il nostro tenore di vita.

Per calcolare il nostro gap pensionistico, ossia la differenza fra l’ultimo reddito da lavoro percepito e la prima rata di pensione, si può utilizzare lo strumento reso disponibile sul sito al seguente link. Inserendo i propri dati anagrafici e lavorativi, il motore di calcolo fornisce una stima della pensione pubblica e indica l’eventuale differenza fra l’ultimo reddito stimato e l’importo della prima rata di ridurre o eliminare tale differenza e scegliere quella più adatta per le nostre esigenze.

Uno strumento utile per prevedere con largo anticipo quanto potrà cambiare il tenore di vita al termine dell’attività lavorativa. In questo modo, ci si potrà attivare in tempo utile per integrare il reddito futuro e trascorrere una vecchiaia serena e senza particolari limitazioni economiche.

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