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23 marzo 2021

Come tutelare i volontari che operano nel Terzo Settore

Onlus, Enti non profit e associazioni: operare nel volontariato in sicurezza

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Il volontariato svolge un ruolo chiave nella società: riesce a intervenire in situazioni che coinvolgono le fasce più disagiate della popolazione e a contribuire alla tutela dei beni comuni e dell'ambiente. Le organizzazioni, come tutti gli altri enti no-profit, appartengono a quello che viene definito Terzo Settore, per distinguerlo dal Primo (lo Stato) e dal Secondo (l’industria).


Tutti i numeri del Terzo Settore in Italia


Secondo gli ultimi dati forniti dall'ISTAT il numero di volontari che operano nei diversi campi cresce di anno in anno. È interessante studiare il fenomeno per riuscire a tracciare un identikit del "volontario tipo" e per mappare sul territorio la presenza delle organizzazioni senza scopo di lucro:

  • Sono oltre 330.000 le istituzioni no profit in Italia e di queste circa 260.000 prevedono il coinvolgimento di volontari.
  • Sono 5 milioni e mezzo gli italiani, pari circa al 9% della popolazione, che svolgono un'attività di volontariato dedicando quasi 20,4 ore al mese del loro tempo.
  • Età più coinvolta: over 55. I giovani sono la categoria meno coinvolta.
  • Operatività e ambiti: assistenza sociale, sanità, attività culturali e ricreative, tutela dell’ambiente, protezione civile e cooperazione internazionale.
  • Operatività e ambiti: assistenza sociale, sanità, attività culturali e ricreative, tutela dell’ambiente, protezione civile e cooperazione internazionale.
  • Territorialità: Centro e Nord Italia ospitano oltre il 50% delle associazioni di volontariato. Sud e Isole invece hanno rispettivamente 17% e 6%.
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Le normative del Terzo Settore

La grande diffusione di questo settore lo ha trasformato in un mercato determinante per l'economia, tanto che è stato necessario varare normative specifiche per la sua regolamentazione. Ecco le principali.

  • Volontario è un individuo che per libera scelta, spontaneamente e gratuitamente, svolge un’attività in favore della comunità e del bene comune - anche collaborando con un ente del Terzo Settore - mettendo a disposizione il proprio tempo e le proprie capacità. 
  • Le organizzazioni di volontariato possono assumere lavoratori dipendenti e avvalersi di prestazioni di lavoro autonomo ma il numero di lavoratori impegnati in un’attività non può essere superiore al 50% di quello dei volontari.
  • Le risorse economiche necessarie al funzionamento dell'organizzazione di volontariato possono arrivare da diverse fonti: quote associative, contributi pubblici e privati, donazioni, lasciti testamentari, rendite patrimoniali o raccolte fondi. Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali si occupa della gestione amministrativa dei contributi erogati a favore del Terzo Settore.


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Operatori: perché ogni Onlus dovrebbe proteggersi?
I rischi legati a queste attività sono molteplici e ogni responsabile e volontario dovrebbero esserne pienamente coscienti. Facciamo qualche esempio concreto:

  • conduzione di canili o gattili: chi tutela gli animali non sempre può prevedere il loro comportamento. Un cane può mordere un visitatore o anche un volontario, i quali possono rimanere feriti.
  • Tutela dell’ambiente: chi si impegna per tenere pulito il proprio quartiere o nelle campagne di pulizia dei terreni dai rifiuti può incappare in incidenti di vario genere.
  • Imprevisti di tipo amministrativo: la gestione di fondi pubblici o donazioni può richiedere la necessità di attivare una tutela legale a fronte di richieste particolari di un ente. Un esempio: se il Comune dove opera l'associazione ritirasse i contributi necessari per il suo corretto funzionamento, ne nascerebbe un contenzioso e potrebbe rendersi necessario sostenere delle spese legali.


Questi sono solo alcuni esempi di possibili problematiche, ma non vanno trascurati poi i rischi temporanei connessi all'organizzazione di eventi territoriali, quali manifestazioni pubbliche o concerti. Qualunque sia l’evento bisogna tutelare al meglio i partecipanti non solo con le necessarie misure di sicurezza, ma anche con strumenti assicurativi che possano affiancare gli organizzatori in caso di imprevisti. Basti pensare alle sagre di provincia, dove si utilizzano bombole a gas e fiamme vive per cucinare o tensostrutture suscettibili a cedimenti. Con l’attivazione di garanzie pensate proprio per sicurezza durante eventi temporanei, si possono ottenere risarcimenti per danni causati a terzi, indennizzi per gli infortuni subiti e rimborso delle spese legali in caso di controversie. 


Chi è a capo di un’organizzazione di volontariato ha il dovere di proteggere l’impegno dei cittadini che si dedicano al bene della comunità, e allo stesso tempo deve tutelarsi dai rischi che la sua attività può comportare in ogni momento.

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