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Plus - Previdenza

per guardare al futuro con più certezze

23 marzo 2021

Per scegliere bene, occorre conoscere non solo le soluzioni disponibili ma anche valutare le nostre esigenze e come immaginiamo il nostro futuro. Ecco le domande da porsi prima di decidere quale forma pensionistica complementare faccia al caso nostro in base al lavoro, all’età e allo stile di vita.

Fondi Pensione aperti o negoziali, Piani Individuali Pensionistici: quale scegliere?

Non esiste lo strumento migliore in assoluto, ma piuttosto quello più adatto a rispondere alle nostre necessità. Per questo chi decide di aderire a una forma pensionistica complementare deve partire dall’analisi della propria situazione. Tra gli elementi da valutare:

  • l’anzianità lavorativa (neoassunti oppure vicini alla pensione);

  • la tipologia di lavoro (lavoratore dipendente, libero professionista, a tempo determinato, interinale);

  • la situazione patrimoniale.

Un’analisi attenta oggi per un futuro sereno domani

L’età è una variabile significativa prima di tutto poiché determina un diverso orizzonte temporale in termini di versamenti. Chi sceglie di aderire a un fondo pensione effettua la sua scelta anche in base alla linea di investimento proposta, che può essere più o meno aggressiva. Oltre all’orizzonte temporale entrano in gioco altri elementi, come la propensione personale al rischio. Chi ha di fronte molti anni di accumulo (giovani lavoratori, neoassunti o comunque chi dista più di 10 anni dalla pensione) è più propenso a considerare i comparti azionari, strumenti dai quali è possibile ottenere rendimenti più elevati, perché possono compensare nel tempo gli eventuali andamenti negativi dei mercati. Chi è più vicino alla pensione è portato a scegliere comparti garantiti che prevedano linee di investimento con la maggiore continuità dei risultati,  seppur con rendimenti più bassi.

È importante considerare anche la tipologia del lavoro che si svolge. Per esempio ai lavoratori dipendenti che sono destinatari di un Fondo Pensione negoziale conviene dare la propria adesione a questi strumenti perché a formare la propria posizione individuale concorrono sia i versamenti provenienti dai contributi del lavoratore che quelli del datore di lavoro, nonché quelli del TFR, che può essere versato integralmente o solo in parte.

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Dal posto fisso al lavoro interinale: come è cambiato lo scenario sociale

Nello scenario sociale attuale, nel quale il posto fisso è una rarità, sempre più persone lavorano a partita IVA, con contratti interinali o di collaborazione che più facilmente producono discontinuità contributiva. Un libero professionista che decida di aderire a una forma pensionistica complementare non solo può stabilire in partenza l’importo dei contributi che vuole versare, ma ha successivamente la possibilità di aumentarli, diminuirli, sospenderli o effettuarne di aggiuntivi a seconda delle proprie esigenze.

Cosa succede se mutano le condizioni lavorative

Nel corso della vita lavorativa può anche essere necessario rivedere le scelte fatte in materia di previdenza complementare, per esempio a causa di un cambio di occupazione; in tal caso, a patto che siano trascorsi almeno due anni dall’adesione, si potrà trasferire liberamente la propria posizione individuale in un’altra forma pensionistica complementare ritenuta più idonea.

Dopo un'accurata analisi della propria situazione e delle prospettive future, è il momento di scoprire quali sono le soluzioni specifiche più adatte a soddisfare i nostri bisogni. Manca solo l'ultimo passaggio prima di procedere con la scelta: occorre calcolare quale potrebbe essere la rata da versare e quale il reddito aggiuntivo su cui contare da pensionati. Per fortuna ci sono degli strumenti di calcolo pratici e intuitivi da utilizzare a questo scopo.

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