Il microchip sottocutaneo per gatti è uno strumento tuttora piuttosto sconosciuto. Dati alla mano: più di 10 milioni i cani “microchippati” contro un desolante 3 % di gatti iscritti all’Anagrafe Nazionale Felina. È vero che per loro questa pratica non è obbligatoria come per i cani, a meno che non li portiamo con noi all’estero, ma sensibilizzare sull’argomento è necessario per chiarire l’importanza del dispositivo. È fondamentale per la loro tutela oltre che la migliore soluzione – o quantomeno provarci – per ridurre il randagismo, ormai tristemente sempre più diffuso.
Cos’è il microchip e come si inserisce
Un dispositivo (grande come un grano di riso) con un codice di identificazione unico per ogni animale abbinato alle sue caratteristiche fisiche e ai dati del proprietario, leggibile anche a distanza con un lettore a fibre ottiche. Il medico veterinario lo inocula sottocute nella zona laterale del collo. In pratica si tratta di un’iniezione in cui il microchip viene iniettato in modo totalmente incruento e indolore. Il tutto in pochissimi minuti a un costo sostenibile che oscilla dai 20 ai 50 euro al massimo.
Cos’ è l’Anagrafe Nazionale Felina
È medico veterinario a raccogliere i dati del gatto e del proprietario e a registrarli insieme al codice del microchip inserito, nel database dell’Anagrafe Nazionale Felina: la banca dati informatizzata che ne archivia le generalità identificative. In questo modo, in caso di necessità, privati cittadini, veterinari liberi professionisti, uffici veterinari A.S.L ed enti protezionistici possono rintracciare velocemente il padrone online attraverso il sito. Ma perché è importante che i nostri gatti siano registrati? La risposta è semplice, basta conoscere un po’ lo spirito avventuroso che caratterizza i felini domestici per comprendere che la possibilità che scappino e non ritrovino da soli la strada di casa è tutt’altro che remota.
Abituare il gatto a uscire senza perdersi
L’inoculazione del microchip è anche una pratica di civiltà perché limita il randagismo, permettendo di restituire al proprietario il gatto smarrito, oltre che un indiscusso gesto d’amore verso i nostri amati felini. Allo stesso tempo, per evitare imprevisti, è utile insegnargli la strada di casa se hanno la possibilità di uscire. Un buon suggerimento se si abita al piano terra o si ha un giardino di proprietà a lui accessibile, è quello di abituarlo con pazienza a riconoscere i confini del territorio a sua disposizione, in modo che possa sempre fare ritorno. Non è difficile, ecco due semplici consigli:
1. portarlo in giardino più volte al giorno con un sottile guinzaglio retraibile in modo che pian piano conosca l’ambiente e possa avere dei punti di riferimento olfattivi e visivi per quando uscirà da solo.
2. lasciarlo senza guinzaglio, ma giocando insieme a lui con una pallina o un topino semovente e premiandolo quando ce lo riporta. Così si abitua a memorizzare il perimetro dell’ambiente che può esplorare e a localizzare la porta d’ingresso di casa.
Gatto microchippato = gatto ritrovato!
Tuttavia, per quanto si possano prendere tutte le precauzioni, la fuga è sempre possibile. I gatti sono curiosi per natura e sprezzanti dei pericoli. Passeggiare in bilico sui davanzali o visitare territori sconosciuti con tutti i rischi connessi è il loro modo di passare il tempo, di giocare, di cacciare. Può accadere che un rumore improvviso, l’abbaiare di un cane o l’apertura del trasportino durante un viaggio li spaventino inducendoli ad allontanarsi: i gatti in fuga si nascondono nei luoghi più impensabili rendendosi invisibili. Sono spesso così terrorizzati da non rispondere a nessun richiamo per poi avventurarsi, magari dopo parecchie ore, fuori dal loro nascondiglio e vagare senza meta.
L’unico strumento valido per ricondurli a noi è il microchip collegato all’iscrizione all’Anagrafe Nazionale Felina.
Amiamo i gatti proprio per il loro spirito libero e indipendente e per la loro instancabile voglia di esplorare. Tutelarci nei confronti di possibili danni, proteggerli dai rischi, garantirgli cure mediche adeguate in caso di malattie o incidenti è doveroso e sostenibile grazie a polizze assicurative pensate su misura per loro, a patto che siano dotati del dispositivo sottocutaneo. Una questione di civiltà e di responsabilità prima di tutto, in casa e fuori.